Una recente sentenza della Commissione di Giustizia Tributaria della Lombardia (n. 883/5/2025) ha riconosciuto il diritto al credito d’imposta per Ricerca & Sviluppo anche in presenza di un verbale di constatazione fiscale (PVC), grazie alla perizia tecnica rilasciata da un esperto iscritto all’albo MIMIT.
Il caso riguardava una software house che, dopo aver ricevuto una contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate sull’inammissibilità del credito, ha ottenuto ragione in appello grazie alla certificazione redatta da un tecnico abilitato. La documentazione peritale, redatta successivamente al PVC, ha confermato l’eleggibilità del progetto secondo i parametri tecnici e scientifici previsti dalla normativa.
La decisione si fonda sull’art. 23 del DL 73/2022, che riconosce piena validità alle certificazioni rilasciate da soggetti iscritti all’albo dei certificatori MIMIT, anche se non coeve all’investimento. Il giudice ha quindi attribuito rilievo giuridico alla perizia tecnica, tutelando l’impresa che aveva sostenuto attività innovative nei settori software e tecnologico.
Cosa cambia per le imprese
Le aziende potranno beneficiare di maggiore tutela nei casi di contestazioni sul credito R&S, purché le attività siano effettivamente riconducibili agli ambiti ammissibili (sviluppo software, brevetti, collaborazioni universitarie, ecc.) e supportate da una perizia tecnica redatta da un professionista iscritto all’albo previsto dal MIMIT.
Una conferma importante che rafforza lo strumento del credito R&S come leva strategica per l’innovazione, con maggiori garanzie anche in fase di controllo.










